LA GIOSTRA

“Ancora un giro, mamma, ancora uno, poi andiamo a casa!”

“Basta, piccola peste, è già la terza volta che mi chiedi l’ultimo giro di giostra. Cosa dirà tuo padre se tornando stanco dal lavoro troverà la casa vuota, la tavola sparecchiata e per cena nulla?”

Ma la madre sa che il figliolo l’avrà ancora vinta; farà un altro giro, e poi un altro ancora. Solo la sazietà potrà porre fine a tutto questo; una madre non sa negare nulla al proprio figlio, se c’è in palio la felicità di lui.

Ma la vita è matrigna.

Non ti concede mai un altro giro.

Ogni occasione lasciata è persa per sempre.

Ogni minuto che hai venduto per denaro è un minuto che ti mancherà per sempre, un tassello mai più recuperabile della tua esistenza.

Per fortuna non sai quanti tasselli la compongono, quanti te ne restano e quanti ancora ne perderai.

E così, senza il tuo ultimo giro di giostra, ti pare che tutto sia oramai perduto, e ti arrabbi per un nonnulla, e diventi insofferente, vuoi infischiartene delle regole.

Le regole del mondo. Che tragica pastoia per la tua libertà, per la tua voglia!

Perché dovresti tenerne conto?

Non è meglio provare a forzare il destino, cercare di afferrare ogni occasione, rubare se possibile un altro giro?

Ma se è lei a chiederti di rispettare le regole, la cosa cambia.

Sai che questa è una condizione insormontabile, l’unico modo che ti rimane per sperare di restarle vicino, di illuderti che si possa comperare un altro giro.

Allora ti sforzi, cerchi di superare te stesso, i tuoi egoismi, la rabbia e la nostalgia per tasselli perduti.

Accetti le regole, e magicamente ricomincia un altro giro.

 

i n d i e t r o